Dobbiamo ancora parlare di Whatsapp, la nota app di messaggistica, utilizzata da privati, aziende e professionisti. Questa volta non parleremo della condivisione dei dati presenti nella app con la proprietaria Facebook, ma addirittura con l’FBI!

Infatti, l’FBI ha stilato il documento “Lawfull Access”, nel quale si legge che l’ente federale statunitense è in grado di accedere legalmente ad una quantità enorme di dati personali presenti sulle più diffuse app di messaggistica.

Ogni 15 minuti, verrebbero intercettate le persone in collegamento, i nominativi degli interlocutori e i dati nella rubrica. Non è ben chiaro se siano intercettabili i contenuti dei messaggi, ma pare proprio di sì, anche se limitatamente.

Ma non finisce qui. Un’associazione americana che si occupa di diritti civili conferma che esiste un sistema di “moderazione” di Whatsapp che consente di accedere ai messaggi privati per contrastare attività di veicolazione di fake news, immagini pedopornografiche, contenuti violenti, etc. E’ quindi evidente come la privacy di Whatsapp non sia garantita al 100%, nonostante la crittografia “end to end” durante l’invio dei messaggi. Anche perché, una volta archiviati i messaggi, Whatsapp non garantisce più alcuna crittografia.

Appurato quindi che potrebbero esserci dei soggetti in grado di accedere ai messaggi, che vengono scambiati ogni giorno dai suoi circa 26 milioni di utenti, chi ci garantisce la riservatezza di immagini e messaggi contenenti dati sensibili o segreti aziendali?

Sarebbe utile una policy redatta ad hoc per regolamentare l’utilizzo delle app di messaggistica in azienda, al fine di limitare l’involontaria comunicazione di contenuti sensibili a persone non autorizzate.

Poi c’è il problema della comunicazione dei dati verso i paesi extra SEE (Spazio Economico Europeo). E’ evidente che pur comunicando con un interlocutore europeo, è inevitabile consentire l’intercettazione dei messaggi da parte del personale di Whatsapp, oltre che dal Federal Bureau americano.

Sarà da ripensare alle modalità di comunicazione utilizzate dalle imprese che utilizzano in modo continuativo queste app, da Whatsapp a Telegram e così via.

Daniele Umberto Spano – Ceo Kruzer

 

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