Donna porta la banca in giudizio e vince
Merito della sentenza 1945 dell’8 settembre 2022.
Il fatto.
Una donna, a causa di falle presenti nel sistema di home banking della propria banca, subisce un furto di circa 6000 euro, effettuato da ignoti, tramite un giroconto postale.
La correntista non è stata vittima di fishing e non aveva autorizzato l’operazione, inoltre era particolarmente attenta e aveva attivato l’sms alert, che l’avvisava in caso di disposizioni bancarie effettuate sul conto.
La banca si è sempre opposta alle richieste di rimborso legittime della signora, ma il Tribunale ha sostenuto il principio secondo cui la banca, se non è in grado di dimostrare il dolo o l’incauto comportamento del cliente, è tenuta a rispondere degli ammanchi.
L’importanza delle misure di sicurezza.
Come ovvio, gli istituti di credito devono mettere in atto tutte le misure di sicurezza, sia tecniche che organizzative, in grado di proteggere gli averi dei correntisti. Il concetto vale anche per le credenziali e i dati personali, in particolare quando la loro violazione possono mettere a rischio i diritti e le libertà fondamentali degli individui.
Vale per tutte le imprese e gli enti.
Parlando di banche e di denaro, il dovere di proteggere i dati personali degli utenti è scontato, ma quante aziende hanno veramente a cuore la riservatezza dei dati di utenti, clienti e dipendenti?
Analizzando l’ammontare esiguo di investimenti in sicurezza informatica e il livello di compliance al Gdpr di molte imprese, viene da pensare che il tema non sia al primo posto nei progetti di implementazione di questi soggetti economici. Potremmo dire che la situazione è ancora peggiore in molti enti e in molte strutture nell’ambito della sanità e delle amministrazioni pubbliche.
Le sanzioni comminate dal Garante della protezione dei dati personali lo dimostra.
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